Convocata dalla direzione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi si è svolta a Santa Sofia la prima riunione organizzativa sul monitoraggio e la tutela del lupo “Sic”‘, chiamato così in ricordo del giovane campione romagnolo di motociclismo Marco Simoncelli morto recentemente in gara.
Oltre al Presidente ed al Direttore del Parco che ha ospitato l’incontro, erano presenti i rappresentanti del Cta del Corpo Forestale dello Stato e degli uffici provinciali tutela della fauna di Rimini ed Arezzo. Interesse e disponibilità sono venute anche dal Parco interregionale di Sasso Simone e Simoncello e del Comando provinciale di Rimini del Cfs, protagonista delle fasi di recupero e rilascio del lupo.
«Lo splendido esemplare – ricorda il Parco – era stato catturato in situazione di difficoltà nel territorio di Pennabilli, in alta Valmarecchia (Parco del Sasso Simone e Simoncello), durante i giorni della grandissima nevicata dello scorso mese. Sic è stato in seguito liberato munito di un modernissimo radiocollare satellitare e quindi inserito nel programma europeo di salvaguardia del lupo appenninico ‘Life Wolfnet’, del quale il Parco Nazionale è uno dei protagonisti».
Il predatore era comunque in ottimo stato di salute e viene costantemente rilevato nei suoi spostamenti, che confermano che il suo terriotorio è quello a cavallo tra l’Appennino riminese e quello aretino, con qualche “pendolarismo” verso il Parco Nazionale.
Tutti gli Enti coinvolti hanno sottolineato «L’esigenza di un coordinamento unitario, sia nella quotidiana ed ordinaria gestione dei dati satellitari che arrivano a intervalli di tempo regolari, sia nella prevenzione ed organizzazione per la risoluzione di eventuali situazioni critiche». Per questo verrà presto sottoscritto un protocollo d’intesa.
La direzione del Parco è molto soddisfatta: «Si tratta di un virtuoso quanto raro esempio di “fare rete”, come il Life Wolfnet prevede; ovvero di uno sforzo unitario da parte di tutti i soggetti pubblici interessati, al di là delle rispettive aree di competenza, per il perseguimento di un doppio obiettivo comune: il benessere del singolo lupo, ma anche e soprattutto l’attuazione di un modello condiviso che tenda a migliorare la convivenza tra attività umane e salvaguardia di una specie troppo a lungo minacciata dalla paura e dal pregiudizio, e che sempre più assume invece il ruolo di simbolo della natura selvaggia».