In questo momento così difficile per tutto il mondo, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a quelle famiglie che hanno subito delle perdite e stringerci tutti insieme in un abbraccio. Vogliamo abbracciare anche tutto il personale medico che si sta occupando incessantemente per aiutare chi ne ha bisogno.
Gli animali selvatici stanno riprendendo possesso dei loro territori (anche se solo per questo periodo) e noi umani siamo costretti a stare a casa per riuscire a vincere contro questo nemico invisibile e per qualcuno anche letale.
Vi esortiamo a rimanere a casa e a spendere qualche minuto del vostro tempo a riflettere in merito a tutto quello che sta accadendo in questi giorni così ardui per il mondo intero.
Viviamo in un tempo sospeso, è il momento di pensare, ora che siamo in un limbo possiamo guardare il mondo da dentro e osservare come è ridotto. Ma pensavamo davvero che inquinare il nostro stesso mondo non ci avrebbe fatto male e non ci avrebbe portato delle conseguenze negative? Gettare rifiuti che sappiamo bene che non spariscono come per incanto restano e rendono il nostro mondo brutto, lo stesso mondo dove viviamo noi, i nostri figli, i nostri nipoti, gli animali e i nostri amati lupi.
Ma che specie è la nostra? Malata, cieca, indifferente e insensibile persino versi i propri simili .
È difficile stare reclusi tra quattro mura (nonostante le comodità che abbiamo a disposizione all’interno delle nostre abitazioni), guardiamo fuori e tutto intorno a noi sembra fermo, eppure gli animali destinati per l’alimentazione umana vivono privati della libertà per tutta la loro vita, in ambienti malsani, isolati dai propri figli, madri, in uno stato di panico puro. Usciranno solo per andare al macello, in un ultimo viaggio su luridi tir, al caldo al freddo, senza acqua e senza cibo.
Chi avrebbe il coraggio di raccontare e di lamentarsi della quarantena obbligatoria con l’animale che aspetta di essere ammazzato mentre sente le grida e vede il sangue di altri fratelli di sventura. È arrivato il momento di ricordare che noi esseri umani (per quanta umanità sia rimasta dentro di noi) siamo parte della natura, se restiamo egoisti e carnefici saremo noi stessi la causa della nostra estinzione.
Dobbiamo avere rispetto della nostra madre Terra perché ne facciamo parte, perché è Lei che ci permette di vivere e non dimentichiamoci che tutte le volte che si è ribellata ed ha provato ad avvisarci provocando catastrofi, è sempre stata Lei ad avere la meglio su noi che siamo rimasti impotenti. Fermiamoci ora e forse avremo una possibilità.
È importante precisare che i Lupi si cibano di animali vivi (e raramente anche morti se capita) per la sopravvivenza loro e della loro prole, vanno a caccia e si guadagnano la loro preda a volte rimettendoci anche la vita, e quando si permettono di nutrirsi di cibo destinato all’umanità allora vengono abbattuti e considerati una minaccia (poveri agnellini, povere pecore, povere mucche, povere capre…) però se poi gli stessi animali destinati al macello, vengono uccisi brutalmente per fini commerciali non sono più poveri????
Vi ricordo che il lupo regola la biodiversità quindi contribuisce a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema ma spesso accade che le uccisioni di pecore ed agnellini ed altri animali vengano attribuite ai lupi nonostante essi non ne siano responsabili, ma dichiarare ciò permette agli allevatori di poter usufruire del sussidio messo a disposizione dallo Stato perché, come ben sappiamo, i lupi appartengono a specie protetta e questa cosa si chiama truffa a discapito di questi animali meravigliosi e da sempre usati come scudo per loschi fini.
Basterebbe adottare le precauzioni giuste come ad esempio se nelle greggi ci fossero un paio di cani pastori maremmani o Abruzzesi questo non accadrebbe, ma chissà per quale strano motivo a volte non ne hanno, probabilmente perché la pastorizia è diventata di bassa qualità, l’importante è avere il gregge grande, abbandonato a sé stesso, la massa vuole carne in quantità, tutto il resto passa in secondo piano.
Vorrei far riflettere tutti voi su come riescono a conciliare due animali così diversi (lupo e orso) e così lontani e di come noi a volte, invece, non riusciamo nemmeno a metterci d’accordo con un nostro vicino di casa. Dovremmo prendere esempio da questo lupo e da questo orso poiché in quanto animali, al contrario di noi umani, sono dotati di istinto e privi di ragione e di autocontrollo ma nonostante questo, spesso riescono a darci grandi lezioni di vita. A che serve l’intelletto e l’autocontrollo se poi non riusciamo ad applicarlo nel modo giusto nella vita di tutti i giorni?
Ora osservate questa foto con il bambino che abbraccia il Lupo: probabilmente non sarà autentica ma questo non è importante perché può comunque farci riflettere.
Cosa riuscite a vedere? Ora rapportiamola ai giorni nostri e ci renderemo conto che solo guardando il mondo con la purezza e la bontà di un bambino potremo riavvicinarci e rispettarci l’un l’altro. Il lupo considerato sempre come un animale selvatico dal quale è opportuno mantenersi a distanza, di norma esso, animale schivo ed elusivo di per sé, non attacca l’uomo, non lo riconosce come possibile preda, bensì come una minaccia da cui allontanarsi velocemente. Dunque, in caso di incontro con l’uomo, nella maggior parte dei casi si dilegua senza manifestare alcun comportamento di aggressività, nonostante da sempre perseguitato. Lo stesso lupo resta immobile e protettivo nei confronti di un’anima pura come quella di un bambino innocente.
Il 3 marzo è la Giornata Mondiale dedicata alla vita selvatica.
E proprio oggi esce il nuovo romanzo di Giuseppe Festa intitolato “La luna è dei lupi” (Salani), nel quale l’autore ha cercato di osservare l’uomo con gli occhi di Rio, un lupo dei Monti Sibillini.
I primi capitoli in anteprima potrete trovarli a questo link
Ecco il trailer del regista Mauro Cartapani
Vogliamo ringraziare vivamente e di cuore Giuseppe Festa per aver scritto questo libro, grazie al quale potremo trascorrere un po’ di tempo immersi nella natura in compagnia dei nostri amati lupi.
Mi sono svegliato nel bosco, rumori e colori, suoni ….
Tutto il bosco si è svegliato intorno…
Sono libero di correre e di cacciare,
libero di respirare e di sparire…
libero di cambiare, di imparare da me
e dagli altri.
Non avro’ mai un guinzaglio, un laccio , una catena..
perchè sono nato libero e al mio spirito appartiene la libertà
non posso essere diverso,
perchè del Lupo faccio parte,
Perche al Lupo appartengo….
perchè sono il Lupo……
Solitudine di lupo
nel giaciglio disfatto
tra l’odore di foglie umide
e di felci boscose.
nella nebbia del mattino
il calore della tana
al risveglio,
è quanto di più
ancestrale vi possa essere
nell’intero universo.
mai più un pari calore
percorrerà le mie membra.
così è il risveglio del lupo.
uno sbadiglio per cancellare
il sonno
un ululato per avvisare il mondo
che “il lupo si è svegliato”
un allungamento del corpo
per trovare vitalità nel nuovo giorno
e un’occhiata all’alba rosata
che accarezza il cuore.
Mi sveglio rosa solitaria
nel mio giaciglio ormai disfatto,
sento nelle vene ancora l’odore delle foglie
e del bosco.
ho due lupi con me
nella pace dell’alba.
La forza e l’ardore in combattimento fanno del lupo un’allegoria guerriera per molti popoli: “Io sono il lupo solitario, mi aggiro in paesi diversi” recita un canto di guerra degli indiani d’America.
Simili metafore abbondano nelle mitologie orientali: il lupo celeste è il compagno della cerva bianca, che rappresenta la terra da cui nascono eroi e capi di alto lignaggio, tra cui, in Mongolia, il famoso Gengis Khan.
Nella nostra cultura il lupo è noto soprattutto per la sua ferocia e la voracitá aggressiva. Quasi tutti i bambini hanno vissuto l’emozione di una favola in cui compare il lupo cattivo, basti pensare alla nota “Cappuccetto Rosso“, ma ce ne sono infinite altre, perché il lupo, già a partire dall’antichità, compare in molti miti e leggende.
Il terrore che incute questo splendido animale è atavico e universale: è associato al buio della caverna, all’abisso delle sue fauci fameliche, alle fitte pericolose foreste.
Nella nostra tradizione culturale ci sono tanti “detti popolari” che lo vedono protagonista, sempre nella sua veste spaventosa (“tempo da lupi”, “fame da lupi”), oppure ne sottolineano l’aspetto pericoloso (“In bocca al lupo!”), o per la sua istintuale aggressività (“Il lupo perde il pelo ma non il vizio”) e molti altri ancora che sembrano metterne in luce la selvatichezza e l’indomabilità quali caratteristiche solo negative.
Ma come tutti i simboli, anche il lupo ha una natura ambivalente: la sua gola è la caverna, l’inferno, la notte, l’antro pericoloso il cui passaggio, tuttavia, è necessario poichè porta alla liberazione.
Allora diventa l’aurora, come la luce iniziatica si rivela dopo la discesa agli inferi.
E’ il babau con cui si minacciano i bambini, nonché la temibile bestia che nei secoli passati seminava il terrore e la distruzione nelle campagne; eppure, se lo conoscessimo meglio, sapremmo che è un animale molto più vicino all’uomo di quanto, ancora oggi, non si creda. Vive solo o nel branco, e quando si accoppia è un tenero “capo-famiglia” che alleva con dedizione la prole; monogamo, sta fedelmente accanto alla compagna fino alla sua morte.
C’è da domandarsi allora da dove nasca un’avversione così forte e istintuale per questo splendido animale selvatico.
Il lupo incarna la doppia veste di bestia selvaggia portatrice di morte e distruzione, e al tempo stesso iniziatore e portatore di conoscenza.
Quanto alla sua similarità con il cane che, anche geneticamente è suo antenato, il lupo è anch’esso psicopompo e sorveglia l’entrata del regno dei defunti.
Nei musei di Perugia e Volterra sono conservati dei vasi funerari etruschi raffiguranti il lupo che si affaccia dalla caverna in comunicazione con l’altro mondo. Le sue stesse fauci sono simbolo di quell’antro da cui non si fa ritorno… Spirito minaccioso, dunque, ma dotato di grande fascinazione per la potenza che, nel bene e nel male, suscita nella coscienza: come la luce esce dall’ombra, il lupo esce dalla tana e dal bosco.
Nella mitologia greca, come incarnazione di Marte, rappresentava il lato distruttore, mentre gli era attribuito un ruolo solare quando era simbolo di Apollo. Il bosco sacro che circondava il suo tempio era chiamato lukaion o regno del lupo; Aristotele vi teneva le sue lezioni: ecco l’origine della parola liceo.
Il lupo è dunque tramite e portatore di una conoscenza che viene dalle tenebre e dal regno delle ombre, per questo è pericoloso: evoca un’idea di forza a stento contenuta, è forse simbolo dell’esperienza archetipica con il numen, che, per definizione, è fuori dal tempo e non è assimilabile ad alcuna altra esperienza precedente.
Ed è così profondamente radicato all’inconscio da costituire il ruolo di iniziatore, riscontrabile anche nelle aree dell’Europa del Nord che hanno sviluppato dei miti in proposito.
In molte civiltà appare come genitore e fondatore e, in quanto tale, è associato all’idea di fecondità.
Una delle leggende a noi più vicine è quella di Romolo e Remo, i gemelli fondatori della città che diverrà il cuore stesso di tutta la Cristianità. Anche i Turchi affermavano di essere stati allevati da lupe e Aristotele racconta che la lupa Leto partorì i gemelli Apollo e Artemide. Anche Rea Silvia, prendendo la forma di una lupa, generò e allattò una coppia di gemelli.
Sono numerose le leggende che ruotano attorno al ruolo salvifico del lupo, tutt’uno con l’edificazione di una nuova città e la rinascita della coscienza.
Ne cito una per tutte che ha per protagonista Mileto, un eroe cretese. Questi fu abbandonato dalla madre Acacallis, figlia di Minosse, che l’aveva avuto da Apollo.
Una lupa lo allattò e fu poi raccolto da alcuni pastori. Il mito racconta che divenne così bello da suscitare l’amore incestuoso del padre naturale.
Altre leggende particolari, anch’esse molto antiche, sono quelle che riguardano la licantropia, ovvero la metamorfosi, nelle notti di plenilunio, degli esseri umani in lupi.
L’esistenza di tali mostri ha ossessionato l’umanità per tutto il Medio Evo, e si cominciò a dubitare di essi solo nel XVIII secolo. Anche nella Bibbia c’è un esempio famoso: “la follia del lupo” prese anche il re Nabucodonosor.
In Spagna è la cavalcatura dello stregone, mentre le streghe, per recarsi al Sabba, portavano dei lacci di pelle di lupo.
Sempre nella tradizione popolare medioevale, al lupo appartiene la voracità, l’ingordigia, mentre la lupa diviene il simbolo della lussuria e della passionalità sfrenata.
La parola romana lupanaro, o bordello, proviene appunto dalle lupe, le prostitute. In ultima analisi, il lupo svolge, in Europa, lo stesso ruolo del giaguaro in Sud America: è la gola mostruosa (il buio) che inghiotte il sole (la coscienza), dinamica che, tuttavia può essere ribaltata se pensiamo al viaggio iniziatico che prevede l’inderogabile necessità per l’uomo di attraversare, per la sua stessa salvezza, il mondo degli inferi, per riportare la luce nella comunità umana.
[ Laura Ottonello ]
Vogliamo farvi i Nostri Auguri ricchi di speranza per Tutti Voi che possiate andare incontro ad un anno migliore !!!
Quest’anno vogliamo farvi i nostri Auguri di Buone Feste all’insegna della matematica :
Oggi vogliamo raccontarvi una storia molto commovente che ci dovrebbe far riflettere su quanto sia importante la vita…spesso noi umani per molto meno tentiamo il suicidio!!!La storia riguarda una Lupa femmina alla quale un cacciatore incosciente (come tutti i cacciatori) ha portato via la zampa sinistra con un colpo di fucile…e qui vorrei sollevare un argomento importante : LA CACCIA , che a mio parere è uno sport inutile ,sconsiderato e deleterio.
L’aneddoto è accaduto qualche anno fa (nel 2008) ,nel parco regionale dei Gessi,nell’Appennino bolognese ,dove la femmina di Lupo era nata.Il bello è che la femmina non è stata allontanata dal branco, quindi come una brava componente degna del branco, si è data da fare prendendosi cura dei nuovi cuccioli arrivati,accudendoli con cura come se fossero i suoi. Nonostante i Lupi siano animali monogami, hanno compreso ed accettato la Lupa con la sua zampa mozzata e le sue difficoltà.
I guardiaparco bolognesi e i ricercatori dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) hanno potuto ricostruire questa storia , monitorando mediante fototrappole , le abitudini e i movimenti dei branchi,abitudini che studiano dal 2002,esattamente si tratta di “monitoraggio genetico a tracce”.
Il coordinatore del monitoraggio nel Parco dei Gessi Massimo Colombari definisce la Lupa come una “helper” e spiega che il termine vuol dire “un Lupo che funge da supporto agli altri e se ne prende cura”
E qui concludo scrivendo che : la vita per un Lupo senza una zampa non deve essere per niente facile,ciò nonostante questa dolcissima Lupa a 3 zampe ha trovato la forza di resistere ed andare avanti offrendo i suoi servigi al branco …IMPARIAMO ANCHE NOI!!!
Il Lupo , esploratore delle terre. Conoscitore dei popoli.Colonizzatore servile è il precursore di una nuova vita . Maestro coscienzioso ritorna nel clan per insegnare e condividere la sua conoscenza , medicina per un vivere in armonia nel Creato.
Il Lupo mostra la sua lealtà in ogni cosa , è fedele al suo branco e alla sua compagna,ai suoi figli e alla Madre Terra , e trasmette questa sua qualità alla progenie futura.
Se avessimo la possibilità di frequentare i Lupi, potremmo scoprire nel branco, un immenso senso della famiglia , nonché un fortissimo impulso individualista.
Il Lupo non si annulla, non annienta la sua personalità per il piacere di qualcuno , Egli rimane se stesso per completare la pluralità che porta alla perfezione dell’entità.
Anche gli uomini possiedono la capacità di far parte di una società , eppure continuano ad incarnare i propri sogni e le proprie idee nell’individualismo…
Se solo si fermassero ad osservare il Maestro, capirebbero l’importanza dell’unione dell’insieme.
Il Lupo, viene posto in relazione con la Stella Cane, Sirio , la cui leggenda tramanda la provenienza dei maestri dell’antichità.
Enigmatiche leggende narrano del mistero di Sirio , una Stella legata a fatti e a conoscenze delle quali l’uomo ha potuto verificarne l’effettiva autenticità , solo nell’era moderna e con tecnologie delle quali, al tempo dei primi racconti,
non si sperava neanche si potessero mai realizzare . Sirio, dopo il Sole, è la stella più brillante in cielo . Sirio è la casa degli dei.
Il Lupo, essere superiore, nella tradizione indiana , viene collegato ai maestri del passato come esempio di rettitudine . Capace di affrontare il ciclo della Vita con dignità e coraggio , cerca sempre di evitare conflitti di sangue.
Comunicando attraverso leggere flessioni del corpo e sottili mutamenti emotivi , esprime il suo forte controllo sulla coscienza . Protettore della Natura, viene a sua volta protetto, per salvaguardare la sua grande conoscenza.I suoi sensi sono molto acuti, le sue verità molto profonde. Altruista per il bene distribuisce al mondo la sua saggezza.
In comunione con la Luna, esterna l’energia psichica e, dell’inconscio, svela i segreti che conducono alla conoscenza e all’equilibrio.
L’ululato è il richiamo e la richiesta, è l’intesa e il desiderio di comunicare con tutto ciò che si trova appena al di sotto della superficie del sapere.
La medicina del Lupo dà al maestro che è in ognuno di noi, la forza di venire fuori, per aiutare i figli della Terra a comprendere il Grande Mistero e la Vita…
I lupi sono animali straordinari, essi sono animali erratici e le varie sottospecie spesso si incrociano tra loro, per cui sono predisposti al meticciato: qualità pregevolissime.
Di tutti gli animali, i lupi sono i più intelligenti. Posseggono un alto grado di organizzazione sociale e hanno sviluppato un sistema di comunicazione e interazione di gruppo in grado di stabilizzare le loro relazioni sociali.
Sono animali unici, in virtù delle spiccate differenze di personalità espresse da individuo a individuo, infatti ognuno è un animale a sé. Alcuni sono più timidi, altri più aggressivi, altri più volitivi e la società del branco permette di maturare la loro condotta personale.
Essi sono in grado di vivere una settimana senza cibo e di percorrere fino a 30 km senza rompere il passo: sono dotati di grande resistenza. Trascorrono in media circa 8-10 ore in movimento, soprattutto per la caccia, nelle ore crepuscolari. Sono anche ottimi nuotatori e cacciatori eccezionali, capaci di modificare sempre le loro tecniche di caccia: cacciatori intelligenti ma non predoni. La struttura sociale del branco è importantissima e ogni branco ha una sua caratteristica che lo contraddistingue, come gli individui. La disciplina del branco è rigida ma non spietata. La struttura del branco è dinamica e soggetta al cambiamento, ed è tutt’ altro che autoritaria, infatti il branco valorizza moltissimo le caratteristiche individuali ai fini del massimo vantaggio di gruppo. Nella gerarchia del comando, il ruolo di capobranco può essere assunto sia da un esemplare alfa maschio che femmina.
Sebbene la riproduzione sia per lo più assicurata dalla coppia alfa, dopo lo svezzamento, tutto il branco si prende cura dei piccoli, curandone l’alimentazione e l’educazione. I lupi più vecchi manifestano un forte interesse per i piccoli, che li contraccambiano con affetto, leccandosi il muso e strofinandolo contro gli adulti. Essi si prestano ad essere trattati come bambole di pezza, per insegnare ai lupetti le tecniche predatorie. I lupi più vecchi non sottraggono il cibo ai piccoli, come pure un adulto non ricorrerebbe mai alla forza, trattando con un cucciolo. Konrad Lorenz si chiedeva se un tale rispetto dei diritti, non fosse una sorta di primitiva moralità.
I lupi, condividono il loro cibo con i membri più anziani ormai impossibilitati alla caccia e si fanno regali, soprattutto cibo. Adolph Murie, dopo anni di osservazione di lupi in libertà, dichiarò che l’aspetto più sbalorditivo dei lupi è la vicendevole amicizia tra i singoli. Anche da adulti giocano a rincorrersi, si azzuffano con i piccoli, corrono in cerchio, nelle radure, con l’andatura barcollante del cavallo. Si spaventano a vicenda, scagliandosi addosso a chi sta riposando o sbucando all’improvviso da piccoli nascondigli. Si pavoneggiano, sfilando con in bocca dei pezzi d’osso o dei rami.
I lupi posseggono tre sistemi di comunicazione: vocale, posturale ed olfattivo. Rudolph Schenkel, fu il primo che documentò l’ampia gamma delle espressioni facciali del lupo: la faccia è il fulcro del gesto muto del lupo, che è connesso a movimenti di orecchi, occhi e labbra. Lo sguardo intenso è usato di frequente dal lupo, per comunicare, sia con i suoi simili, sia con gli umani, che con gli altri animali. Lo sguardo del lupo è intenso ed espressivo, come e più di quello umano. Il suo udito è raffinatissimo e percepisce anche suoni che il nostro orecchio non può sentire e segnali che non sappiamo vedere. Nell’ analisi dei comportamenti, ai movimenti facciali, ricchi ed intensi, vanno poi uniti i segnali di vocalizzazione con gli atteggiamenti posturali, uniti al terzo canale dei messaggi olfattivi, cioè l’emissione di marchi odorosi e le secrezioni ghiandolari.
Un tempo il lupo era il predatore più diffuso sulla terra. Capace di sopportare temperature estreme e piuttosto abile nel cacciare prede di varie dimensioni: dall’alce al topo. Il lupo può sopravvivere ovunque le sue prede siano sufficientemente numerose .
Pochi animali come il lupo esercitano nei confronti dell’uomo fascino e paura al tempo stesso. Si può quasi dire che esistano due lupi: il primo è frutto della nostra fantasia e dei nostri timori, il secondo invece è l’animale reale.
Del lupo immaginario esiste una sequela interminabile di esempi: il lupo cattivo di molte favole (Cappuccetto Rosso, i tre porcellini), la leggenda della lupa che allevò Romolo e Remo, il racconto di San Francesco e del lupo di Gubbio, i romanzi di Jack London (Zanna Bianca, Il richiamo della foresta), i vari licantropi e lupi mannari, ecc…
Il film “The Grey” ancora una volta propone una battaglia per la sopravvivenza tra l’uomo e l’animale. Non è un film da vedere perché dalle anteprime si capisce chi è il nemico da abbattere: il lupo. Diciamola tutta: se quei trailers non sono solo un’esca, si tratta di un film vecchio, culturalmente superato, perché continua a riproporre l’immagine dell’essere umano minacciato dagli animali.
Il cinema ci ha invasi per anni – costruendo fortune per registi, attori e majors perché la paura fa incassare – con squali mangiatutto, orche assassine, anaconde ingoia uomini. Il nemico era la bestia, sempre affamata, assetata di sangue, sempre incontrollabile.
Poi si è capito che il vero pericolo su questo Pianeta è l’UOMO, l’unica specie capace di distruggere altre specie e di distruggere perfino se stessa. Ritornare a gridare “al lupo al lupo” – in questo caso nel senso letterale del termine – sapendo che stiamo parlando di un animale che rischia di scomparire, serve solo a distrarci dalla nostra incapacità di salvaguardare il Pianeta e chi ci abita.
Il Lupo in ogni cultura è un simbolo importante. Ha valenze spirituali e mitologiche. E’ un tatuaggio old school, tatuato prevalentemente in occidente.I cani sono discendenti dei lupi. Il rapporto tra uomo e lupo ha antichissime origini. Siccome si muove prevalentemente di notte e stato associato al mondo delle ombre degli spiriti.In Norvegia, il Lupo gigante ha un ruolo di primo piano nella fine di Asgard, sede delle divinità vichinghe, ed è simbolo del caos che ingoia il sole alla estremità del mondo. Per gli Antichi Romani il Lupo era una leggenda che rivedeva i suoi fondatori, Romolo e Remo, che dopo essere stati abbandonati, vennero allattati da una lupa.Il Lupo è anche animale sacro di Marte, dio della Guerra.In America del Nord il Lupo è associato allo sciamanesimo ed è considerato una guida dispensatore di saggi insegnamenti.
SIGNIFICATO TATUAGGIO DEL LUPO:
Fedeltà, Coraggio, Lealtà.Da sempre il Lupo è un simbolo di astuzia e ferocia ma allo stesso tempo anche di fedeltà, lealtà e coraggio.Proprio per il suo suo forte attaccamento al branco.
Di seguito potete visualizzare alcune delle foto di tatuaggi che abbiamo trovato girando per il web.
Buona Visione
Questa splendida poesia rappresenta perfettamente la vita e lo stato d’animo del lupo …se leggete attentamente questa poesia , potete notare che vuole essere un grido di ribellione contro l’indifferenza e l’egoismo che corrompono il cuore delle persone .Cito una frase del libro “homo homini lupus” su cui riflettere:
“L’uomo è mosso per natura dall’istinto di sopraffazione nei confronti dell’altro uomo, cinico, malvagio e spietato. Amara analisi di una società indifferente e sorda all’amore.Versi sublimi di forte denuncia”
Vogliamo ringraziare di cuore l’autrice Rosy Marchettini per averci dato il consenso di pubblicarla.
ULULANO I LUPI , GRIDO IO
Ululano i Lupi
impazziti per la fame
che attanaglia lo stomaco
Ululano i Lupi
ricoperti di neve
infreddoliti e soli
Ululano i Lupi
disorientati dalle minacce
persi e dispersi
nella loro natura
nel loro mondo
Ululano i Lupi
grido io
persa e dispersa
in questo mondo
sempre più
ambiguo e incomprensibile
dove persone
non guardano che il proprio io
voltando il capo
innanzi all’altrui dolore
pensando di esser uniche
portatrici di croci
Ululano i Lupi e grido io
accucciandomi tra le loro zampe