Cari lettori, spesso nel mondo del lavoro o nel mondo universitario e in tutti gli ambiti dove esami e test sono all’ordine del giorno, si ricorre alla frase IN BOCCA AL LUPO. E’ proprio questa frase che mi ha portato a contraddire la diceria popolare del lupo cattivo e anche a spiegare a tutti che non si dovrebbe rispondere crepi il lupo ma Grazie, oppure VIVA IL LUPO.
Negli ultimi decenni il lupo, dopo aver attraversato una fase di forte declino dovuta principalmente alla persecuzione umana diretta e indiretta, si sta nuovamente espandendo su tutta l’area appenninica tornando a frequentare territori dai quali era scomparso, facendo la sua comparsa anche in nuove aree e arrivando fino alle Alpi occidentali. Oggi il lupo è protetto da leggi nazionali ed internazionali e, sebbene la situazione sia migliorata dagli anni ’70, dove veniva fortemente cacciato, la presenza di questa specie causa ancora alcuni disagi e ostilità con chi, in quei territori, vive e lavora. Questi conflitti sono spesso alimentati anche da pregiudizi, false credenze e scarse conoscenze su quelle che sono le vere abitudini e le reali motivazioni che possono spingere questo affascinante mammifero, prezioso per salvaguardare l’intero benessere degli ambienti naturali in cui vive, ad attaccare ad esempio allevamenti animali gestiti dall’uomo. Occorre quindi che le problematiche che possono verificarsi tra lupo e uomo vengano affrontate e gestite con metodi e procedure condivise in tutti i territori interessati, ad esempio mettendo il bestiame in recinti con passaggio di corrente elettrica, ovviamente non dannosa per l’uomo, ma che comunque darebbe fastidio al lupo e che potrebbe essere una soluzione al problema. Oppure durante il pascolo bisognerebbe aumentare il numero di cani pastori. Il concetto che voglio far passare è che se il lupo arriva nelle nostre zone non bisogna cacciarlo ma imparare a condividere con lui i nostri spazi, perché il lupo non attacca l’uomo. Un problema grave, invece, è quello dei cani randagi e non dei lupi. Chiedete in ospedale quanti casi ci sono di persone attaccate dai cani randagi.
Sin da piccoli siamo stati abituati ad associare alla figura del lupo quella di un essere cattivo: un esempio può essere la fiaba di cappuccetto rosso e del lupo cattivo, un altro può essere quello dei tre porcellini e del lupo cattivo, ora anche se queste storielle spiegano altre cose che non centrano niente con il lupo.
Non volendo si è andati a creare una figura errata di tale animale, ma questo avvenne perché in passato si vedeva il lupo come un essere diabolico, infatti, la fantasia ha trasformato il lupo in licantropo, (lupo mannaro o uomo lupo) e così via.
Innanzi tutto si contano in Italia non più di 1200 esemplari di lupo, tutti raggruppati in branchi. Come tutti i carnivori, i lupi possiedono caratteristiche uniche che permettono loro di localizzare la preda con facilità e di catturarla; infatti: Si muovono con destrezza e velocità, possono percorrere in media circa 60 km a notte (il record è di 190 km!) potendo correre ad una velocità massima di 45/50 km orari (normalmente la loro andatura si aggira intorno ai 6/10 km orari). Sono anche ottimi nuotatori. Hanno sensi particolarmente sviluppati: visione notturna eccezionale, possono individuare un animale grazie all’olfatto a quasi 300 metri di distanza controvento. Ora è proprio l’olfatto che dimostra quanto siano innocui verso l’uomo. Perché secondo voi se un lupo volesse attaccare un uomo, con la capacità che ha di sentirlo da 300 metri, non sarebbe un gioco da ragazzi per lui farlo? Rispondo semplicemente dicendo che il lupo ha paura e per questo cerca di restare il più lontano possibile da noi. Sfido chiunque a trovare statistiche a riguardo alle aggressioni dei lupi verso l’uomo, il risultato è sicuramente scarso. Il lupo attacca solo se si sente in pericolo, con questo voglio dire che se magari voi siete lì con un bastone e lo state spingendo verso una zona chiusa, lui per difendersi attacca, ma chi non lo farebbe? A difesa di quello che sto dicendo, vi allego e vi riscrivo una piccolissima parte di ciò che si dice a riguardo dei lupi da parte di un biologo in un incontro ad Ascoli Piceno : Nel corso dell’incontro è stato dato risalto al fatto che il lupo non rappresenta un pericolo per l’uomo tanto che in Italia la loro presenza può essere stimata in un numero compreso tra 800 e 1200 esemplari. «Il lupo cerca di rimanere più alla larga possibile dall’uomo>>. A parlare è il biologo Alessandro Rossetti . Sempre per chiarire meglio la figura del lupo vi mostro una foto del lupo appenninico che si trova dalle nostre parti.
Come si può vedere non è così grande da poter uccidere un uomo, e simile ad una volpe cresciuta.Detto questo arriviamo alla spiegazione del proverbio:
IN BOCCA AL LUPO – Questo bellissimo auspicio era in uso in tempi passati ma da ormai molto tempo è stato completamente distorto per l’ignoranza delle sue origini e soprattutto per la falsa informazione che viene fatta del lupo. E dato che loro possono sentire il nostro odore, anche se siamo passati solo vicino alla tana, appena sentono che non siamo più in zona si precipitano a cambiare immediatamente tana, loro sanno che se un uomo scopre il loro rifugio può ritornate e creare quindi un potenziale pericolo, soprattutto se ci sono i cuccioli ancora troppo piccoli li spostano trasportandoli in bocca uno per volta.AVERE DEI GENITORI COME I LUPI E’ IL MIGLIOR AUGURIO CHE SI PUO’ RICEVERE e trovarsi in bocca al lupo è il massimo della protezione che si può sperare per un figlio. Lo sapevate che in bocca al lupo risale a Romolo e Remo, cuccioli d’uomo salvati dalla lupa. Infatti il lupo quando sposta i cuccioli da una tana all’altra si aggira circospetto e attentissimo agli altri predatori, che in questo caso sono esposti al maggior rischio possibile perché in natura il lupo che difende i cuccioli è quanto di più feroce ci possa essere. Quindi in bocca al lupo aveva significato che lo spirito del lupo sia con te e ti protegga dai pericoli della vita, perché chi era nella bocca del lupo erano i cuccioli, ed erano al sicuro.
ROMOLO e REMO in particolare furono tratti in salvo appunto dalla lupa che non avendo altro che la bocca come organo di presa, li ghermì delicatamente con le proprie fauci e li portò nella sua tana. La totale perdita cognitiva dell’origine del detto ha fatto si che in questi ultimi 20 anni anziché il “grazie” di risposta all’augurio “in bocca al lupo” si sia arrivati per ignoranza al “crepi” o “crepi il lupo”, in assoluto non come augurio. Penso che sia arrivato il momento di ripristinare questo bellissimo augurio e colgo l’occasione per pubblicarlo in questo sito web. Ci sono anche altre possibili origini di questo vecchio detto (le trovate anche su wikipedia) ma a me piace molto questo e vi invito a diffonderlo correttamente, magari correggendo a chi risponde in modo sbagliato. Da oggi quindi un “in bocca a lupo” a tutti voi che leggete, con la speranza che la risposta sia per sempre “viva il lupo” o semplicemente “grazie”.
Ragazzi abbiamo bisogno del vostro aiuto per impedire LA CACCIA AL LUPO IN ITALIA!!!
Già qualche tempo fa il lupo ha rischiato l’estinzione,per favore evitiamo che la cosa accada di nuovo. Riportiamo qui sotto il link per firmare la petizione e ci affidiamo al vostro buon cuore e al vostro buon senso per la salvezza di questo splendido animale da sempre perseguitato ingiustamente. Mettiamo fine a questo inutile massacro!!!
GRAZIE A TUTTI!!!
Petizione contro il documento che vorrebbe permettere la caccia al lupo in Italia
Fino a cento anni fa il lupo era tra i mammiferi più diffusi.Alla fine degli anni ’60 il lupo era ancora considerato una specie cacciabile, anche se incominciarono a verificarsi i primi allarmi.Nel 1971 venne approvata una legge che vietò la caccia del lupo e l’avvelenamento e lo inserì tra le specie più protette. Dalle prime ricerche biotelemetriche (cattura di alcuni esemplari che vennero muniti di radio-collare per seguirne gli spostamenti a distanza) del 1975/1976, la situazione risultò grave per la distribuzione della specie su piccole aree geografiche limitate al solo Appennino centrale e meridionale, circa 100-120 esemplari. Partì così il progetto “il lupo e l’operazione S. Francesco” ideato e attuato dal WWF; collaborarono anche Enti pubblici,Università, Parchi Naturali, Assessorati e Comunità montane, ma non si può dimenticare il principale coordinatore: Luigi Boitani, docente dell’Università “La Sapienza di Roma” che annotò tutte le sue esperienze in un bel libro di circa 20 anni fa, ma ancora molto attuale.
Nel 1980, dai primi censimenti, si contarono circa 200 individui, mentre alla fine degli anni ‘80 se ne censirono circa 300.Oggi si parla di 500-600 lupi e la straordinaria novità è che hanno superato le “barriere ecologiche” tra Appennino e Alpi. Per evitare che la tutela del lupo comporti gravi perdite economiche per gli allevatori, diverse regioni hanno istituito rimborsi per i danni subiti a causa degli attacchi al bestiame…ma pur di ricevere rimborsi quanti allevatori denunceranno il vero???Rimettiamoci allora al buon cuore e alla correttezza di questi allevatori!!!
E’ difficile individuare le caratteristiche geomorfologiche, climatiche o vegetazionali che possono definire in maniera univoca l’habitat occupato dal lupo. La specie, infatti, come dimostra l’ampio areale di distribuzione originario, sembra non richiedere requisiti ambientali particolari, quanto, piuttosto, una buona disponibilità di prede e la mancanza di fattori di disturbo, i quali possono interagire negativamente con la riproduzione, l’allevamento dei piccoli e le diverse forme d’interazione sociale. In Europa come in America settentrionale, in ogni caso, sembra che la probabilità di presenza e la densità di popolazione aumentino con l’aumentare dell’abbondanza e diversità delle prede, e con la copertura forestale, mentre diminuiscono con il disturbo antropico (densità di abitanti, sviluppo della rete viaria, presenza di centri abitati) (Meriggi e Massolo, 1998; Corsi et al., 1999; Glenz et al., 2001; Cayuela, 2004; Potvin et al., 2005; Jedrzewieski 2008).
Il lupo è un animale notturno: gioca e si riposa nelle ore diurne, mentre di notte pratica la caccia che avviene in branco.L’alimentazione è connessa alla predazione di animali domestici come: bovini, suini, caprini e di altri piccoli mammiferi e di qualche uccello.Il lupo vive in branco che si sviluppa intorno ad una coppia, la vita di branco è basata su regole gerarchiche con una predominanza del maschio sulla femmina e della femmina sui cuccioli. In genere nascono dai 4 ai 6 cuccioli alla volta e solo da una femmina la “capobranco”. L’allattamento dura circa 35 giorni e i cuccioli incominciano a cacciare insieme al branco dopo i 6 mesi, mentre la maturità sessuale viene raggiunta dopo 2 anni.I lupi comunicano grazie all’ululato che ha anche la funzione di coesione del branco e come segnale di delimitazione del territorio.
Uno zoo cinese sta organizzando un gruppo di lupi cantanti, e vorrebbe anche provare a farli danzare.
Luo Yong, uno dei responsabili del Chongqing Wild Zoo, ha scoperto la particolare abilità canora dei lupi per caso.”Stavo cantando ‘I Am A Wolf From The North’ accompagnandomi con la chitarra” ha dichiarato Luo Yong, “e un giovane lupo si è alzato, è venuto verso di me e ha cominciato a fissarmi.Improvvisamente ha cominciato a ululare al ritmo della musica, e scandiva le strofe battendo una zampa sul terreno”.
Da allora Luo ha cominciato a insegnare canto a un gruppo di lupi, e adesso sono trenta gli esemplari che riescono a seguire il ritmo di una canzone ululando.”Adesso vorrei scrivere una canzone apposta per loro, e trovare qualcuno che insegni ai lupi a seguire il ritmo anche a passo di danza”.
Una capra e un lupo, ospiti di uno zoo cinese, si sono fidanzati e condividono a stessa gabbia.
I gestori dello zoo, il White Tower di Nanchong, hanno dichiarato che la preda e il predatore sono diventati intimi pe caso, un mese fa.”Una mattina presto ho aperto il recinto della capra per farla mangiare, e inaspettatamente è arrivato il lupo.Era uscito dalla sua gabbia che non era stata chiusa bene”, ha dichiarato Mr Xu, uno dei gestori.”La poveretta era così spaventata che vedevo le sue gambe tremare”.Xu si è messo davanti alla capra proteggendola, in attesa che rrivassero i dipendenti a dargli una mano a tenere lontano il lupo.”Da qual giorno, i due animali hanno cominciato a guardarsi a distanza. Lui nella gabbia, lei nel recinto.E quando la facevo uscire per mangiare si avvicinava alla gabbia del lupo e si annusavano.Hanno cominciato anche a comunicare con ululati e belati, sembrava che stesssero flirtando”.Cinque giorni più tardi, Xu e i suoi colleghi hanno preso una decisone: visto che i due animali continuavano a cercarsi e a comunicare, ed era lampante che volessero stare insieme, li hanno messi nella stessa gabbia.Da quel giorno, i due strani fidanzati condividono tutto, tranne il pasto. Lei è vegetariana, lui carnivoro.”Se la capra non è nella gabbia, per un controllo veterinario, il lupo comincia a ululare e corre freneticamente per tutta la gabbia finchè lei non torna.
Una capra bianca e un lupo sono inseparabili da più di tre anni.Il cucciolo di lupo è stato trovato nei boschi del villaggio di Xinjiang, un Cina, da Chen Ming, il padrone della capra.
“Alcuni abitanti del villaggio sono andati a caccia e hanno trovato il piccolo appena nato, era solo e affamato”, ha dichiarato l’uomo.”Lo hanno portato a casa mia perché sapevano che ho una capra e speravano che sopravvivesse bevendo il suo latte”.Chen ha allevato il lupo col latte della capretta e adesso, dopo tre anni, i due animali sono inseparabili.”Mangiano e dormono insieme. Chiunque venga a casa mia rimane scioccato dal loro rapporto, lei è materna e tende a proteggerlo. Si comporta come se fosse sua madre”.
Chen vorrebbe affidare il lupo a un’associazione che si occupa di reinserire gli animali selvaggi nel loro ambiente naturale per permettere loro di vivere secondo natura, a contatto con i propri simili.”E’ un po’ che ci penso”, ha dichiarato l’uomo, “e so che è la cosa giusta ma so anche che spezzerei il cuore a entrambi”.
Un lupo magro e sfinito incontra un cane ben pasciuto, con il pelo folto e lucido. Si fermano, si salutano e il lupo domanda:
– Come mai tu sei così grasso? Io sono molto più forte di te, eppure, guardami: sto morendo di fame e non mi reggo sulle zampe.
– Anche tu, amico mio, puoi ingrassare, se vieni con il mio padrone. C’è solo da far la guardia di notte perché non entrino in casa i ladri.
– Bene, ci sto. Sono stanco di prendere acqua e neve e di affannarmi in cerca di cibo.
Mentre camminano, il lupo si accorge che il cane ha un segno intorno al collo.
– Che cos’è questo, amico? – gli domanda.
– Sai, di solito mi legano.
– E, dimmi: se vuoi puoi andartene?
– Eh, no – risponde il cane.
– Allora, cane, goditi tu i bei pasti. Io preferisco cacciare e rischiare di morire di fame piuttosto che rinunciare alla mia libertà.
Un lupacchiotto di uno zoo siberiano che la madre ha rifiutato è stato adottato da una gatta lo ha accolto tra i suoi cuccioli.Il cucciolo è nato alla fine di aprile e, nonostante fosse in ottima salute, la lupa non lo ha accettato e dal quarto giorno di vita ha smesso di allattarlo.
Per cercare di salvarlo, i gestori dello zoo sono giunti a una soluzione molto originale.Hanno affidato il lupacchiotto a una gatta che aveva appena avuto i gattini e che lo ha accolto immediatamente tra la sua cucciolata.
Gli impiegati dello zoo hanno dichiarato che il lupetto si trova molto bene con la sua nuova famiglia ma che si sta sviluppando molto più velocemente dei suoi fratellini e sorelline.Il lupetto è guardato a vista 24/24h dal personale dello zoo per evitare che, anche involontariamente, possa ferire i gatti.
Era una regione fredda e ostile quella in cui viveva il grande branco del lupo più furbo e intelligente che si fosse mai visto. I suoi simili lo seguivano con rispetto e obbedivano ad ogni suo ordine, timorosi di contraddirlo ben conoscendo la portata della sua forza. Esso era soprannominato “Il Pirata” a causa di quella benda scura che gli copriva l’occhio sinistro perso in chissà quali battaglie.
Molte giovani lupe si erano innamorate di lui, colpite da quel suo fare sicuro e deciso e da quella sua aria sempre un poco malinconica. Ma il lupo non aveva voluto formare una famiglia perché quel suo spirito di avventuriero gli impediva di avere un focolare dove vivere. Ultimamente però, quel vecchio lupo aveva dei problemi. Si trattava del cibo. Purtroppo il gelo dell’inverno aveva fatto fuggire ogni preda e distrutto ogni raccolto facendo scarseggiare il mangiare. Inoltre un feroce branco di cani selvatici si aggirava da quelle parti, rubando e invadendo ogni cosa appartenente ai lupi. Per questo decise di affrontare il comandante dei cani in un’unica e decisiva battaglia al termine della quale il vincitore avrebbe preso pieno possesso di tutto il territorio scacciando il perdente. I cani, muniti di prepotenza e spavalderia, accettarono volentieri il confronto sicuri di sconfiggere gli avversari.
L’esito della battaglia fu invece favorevole per i lupi guidati dall’abilissimo lupo che ormai abituato alla lotta, sferrò un attacco compatto e decisivo. I cani, disordinati e divisi cercarono di difendersi in qualche modo ma persero comunque la guerra fuggendo via sconfitti.
“La migliore arma per vincere qualsiasi battaglia è l’unione!” Spiegò al suo felice branco di lupi.
“I cani appartenevano a razze diverse ed era impossibile riuscire a coordinarli.
Per questo abbiamo vinto!”
Così, in un coro di grida gioiose i lupi riacquistarono la padronanza del loro territorio.
favola Esopo
Pensiero; La concordia e la compattezza insieme con l’uniformità delle usanze fanno la forza di un esercito.
Il lupo rosso fu descritto per la prima volta da Bartram nel 1791; intermedio per quanto riguarda le dimensioni tra il lupo (Canis lupus), diffuso a nord e a ovest, ed il coyote (Canis latrans), allora presente solo negli Stati Uniti occidentali, era diffuso originariamente nell’area atlantica degli Stati Uniti sud-orientali, dal Texas centrale alla valle dell’Ohio a nord. La persecuzione umana diretta è stata la principale causa della sua progressiva sparizione, che assunse proporzioni tali che nei primi anni ’70 la specie (o meglio, la sottospecie Canis rufus gregoryi, forma intermedia tra Canis rufus floridanus e Canis rufus rufus, forme oggi entrambe estinte) sopravviveva con pochi individui nella Louisiana sud-occidentale e nel Texas sudorientale. Il rischio della diluizione del pool genico della specie con quello del coyote era inoltre pressante, dal momento che l’isolamento riproduttivo delle due specie, presente da migliaia di anni e garante della separazione delle stesse, era venuto improvvisamente meno con la costrizione della residua popolazione di lupo rosso in questo ultimo lembo di area di prateria costiera. In effetti, gli ultimi individui di lupo rosso non riuscivano semplicemente a trovare un conspecifico nel periodo riproduttivo (Parker 1987), ed il numero degli incroci con il coyote aumentava continuamente. Il programma di allevamento in cattività fu iniziato, come parte del più generale Red Wolf Recovery Plan (piano di recupero del lupo rosso), nel novembre 1973, dopo che il lupo rosso era stato inserito nella lista delle specie in pericolo su scala federale l’11 marzo 1967. In seguito all’approvazione dell’Endangered Species Act nel 1973, il lupo rosso fu selezionato per priorità di trattamento, in considerazione della sua gravissima situazione. I primi lupi rossi arrivarono al Metropolitan Park Board di Tacoma, Washington, nel febbraio 1969: l’ultimo nel marzo del 1979, mentre nell’autunno del 1980 il lupo rosso fu considerato estinto allo stato selvatico (Parker 1987). Gli obiettivi del programma di allevamento in cattività, che tra l’altro è stato proposto più come ipotesi futuribile che altro, anche per l’orso bruno del Trentino (in effetti in questo caso non si tratta di salvare una specie dall’estinzione quanto una possibile sottospecie o comunque una popolazione con particolare valore sociale e di eventuale nucleo di espansione…), sono essenzialmente 3:
1) verificare il grado di purezza genetica dei lupi catturati allo stato selvatico *;
2) incrementare il numero di lupi rossi geneticamente puri allevati in cattività (si è accennato al pericolo di diluizione del patrimonio genetico del lupo rosso per gli incroci con il coyote…);
3) mantenere un pool genico continuo di lupo rosso per la reintroduzione della specie allo stato selvatico e/o per la distribuzione ad altri giardini zoologici selezionati. Un modello sviluppato nel maggio 1988 (integrando il Red Wolf Recovery Plan dell’United States Fish and Wildlife Service, USFWS, in uno Species Survival Plan dell’Unione internazionale per la conservazione della natura), che include gli obiettivi gestionali sia per il segmento in cattività che per quello selvatico della popolazione di lupo rosso, indicava che il progetto di allevamento in cattività doveva essere portato a circa 220 animali (da una popolazione che allora assommava a 77 animali, tutti discendenti da 17 fondatori puri, ed al 31 dicembre 1992 è pari a 155), e una popolazione selvatica, derivata ovviamente da reintroduzioni, di circa 330 animali (da una popolazione allora di 8 ed oggi di 42-47 soggetti). Questa popolazione per così dire espansa e combinata avrebbe potuto prevenire i problemi associati alla deriva genetica (Foose 1986; cfr. anche Ciucci, Boitani 1991 per un’analisi dettagliata di questa problematica riferita alla popolazione di lupo appenninico). In questo contesto, i lupi rossi allevati in una trentina di zoo e parchi sono gestiti per mezzo di incroci controllati come una singola popolazione, piuttosto che come individui di molte piccole (ed a volte piccolissime) popolazioni.Si è fatto cenno alla necessità di procedere per l’esecuzione del piano di recupero ad operazioni di reintroduzione: in effetti, alle 9.30 del 14 settembre 1987 due lupi rossi adulti, nati e cresciuti in cattività, furono rilasciati nell’Alligator River .Nel periodo 1973-1980 oltre 400 canidi selvatici furono catturati nell’area sopraindicata, e sottoposti a tutti gli accertamenti necessari ai fini dell’attribuzione corretta alla specie lupo rosso: solo 40 furono quindi ammessi come probabili lupi rossi al programma di riproduzione controllata in cattività.
National Wildlife Refuge (ARNWR) nella North Carolina nord-orientale, una vasta penisola isolata su tre lati dalle acque: si trattò della prima volta in cui questa specie, estinta allo stato selvatico con popolazioni naturali, ritornò in una porzione del suo areale originario. La seconda fase del piano di recupero prevede infatti il ristabilimento di alcune popolazioni (almeno tre) in libertà, a partire da soggetti allevati in cattività, ed è la fase più interessante per quanto riguarda i possibili spunti per l’esecuzione del piano di recupero dell’orso bruno nell’area del PNAB. Le aree prescelte fino ad oggi sono il già citato ARNWR, il Parco nazionale delle Great Smoky Mountains (GSMNP), ed alcune isole minori della costa atlantica statunitense, che hanno assunto significato nella fase iniziale del programma come aree pilota per l’addestramento alla vita selvatica di giovani lupi nati da soggetti allevati in cattività e rilasciati appunto sulle isole poco prima del parto.L’esperimento di reintroduzione del lupo rosso nell’ARNWR si è concluso nel settembre 1992: in cinque anni sono stati rilasciati 42 lupi in 15 occasioni, ed inoltre almeno 23 sono nati allo stato selvatico durante questo periodo; al 31 gennaio 1993, la popolazione in libertà dell’ARNWR comprendeva dai 30 ai 35 soggetti. Sotto ogni rispetto l’esperimento è stato un successo, ed ha generato benefici che vanno al di là dell’immediata preservazione dei lupi rossi, per estendersi all’influenza sull’atteggiamento della pubblica opinione e delle comunità locali, alla creazione di sforzi di conservazione di più ampia portata, e all’impulso nei confronti di altre campagne di salvaguardia di specie in pericolo di estinzione. Quattro punti più significativi sono emersi nel corso di questi anni:
1) dal momento che ogni problema gestionale che si è venuto a creare è stato risolto senza provocare agli animali danni a lungo termine e con pochi inconvenienti per i residenti nell’area di rilascio, si è potuto concludere che si può ristabilire una popolazione di lupi in maniera controllata;
2) restrizioni significative nell’utilizzo del territorio si sono rivelate non necessarie per la sopravvivenza dei lupi rilasciati; al contrario, le regolamentazioni per la caccia e l’attività dei trappers nell’ARNWR sono rimaste immutate o addirittura sono state rese più permissive durante l’esperimento. Per inciso, nella situazione dell’orso bruno del PNAB sicuramente una delle prime condizioni da verificare sarà proprio questa, con le ovvie ricadute in termini di consenso sociale all’operazione di reintroduzione: sono considerazioni che verranno riprese in seguito;
3) il budget annuale per il progetto è stato di circa 200.000 dollari (circa 340 milioni di lire). Assumendo un fattore moltiplicativo di 3,0 il progetto ha generato un “movimento di denaro” pari a circa 600.000 dollari (1.020 milioni di lire) annualmente: dal momento che la maggior parte di questo denaro proveniva dalla North Carolina orientale, l’operazione ha evidentemente stimolato in modo significativo l’economia locale;
4) l’area di reintroduzione, che comprende circa 250.000 acri, probabilmente non può sostenere una trentina di lupi per un esteso periodo di tempo. In effetti, fenomeni di dispersione si sono verificati e continueranno a verificarsi dal momento che 17 lupi (il 60% della popolazione) sono più giovani di due anni. In aggiunta alla dispersione, il futuro della popolazione di lupo rosso è minacciato dalla sua stessa esiguità: molti eventi stocastici (epizoozie, eccetera) possono far sì che una simile popolazione si estingua. Nel novembre 1991 inoltre, l’USFWS in cooperazione con il National Park Service ha sperimentalmente reintrodotto un singolo gruppo familiare di lupi rossi nell’area del Cades Cove nel GSMNP. Questa operazione era stata ideata per verificare la fattibilità di ristabilire una popolazione autosufficiente di lupo rosso nell’area del Parco nazionale e limitrofe proprietà del National Forest Service. Il periodo sperimentale si è concluso nel settembre 1992 con la cattura dei rimanenti tre membri del gruppo rilasciato. Il 9 ottobre 1992 un altro gruppo familiare di 6 lupi rossi (due adulti, quattro piccoli) è stato rilasciato a Cades Cove, ed il 9 dicembre un secondo gruppo familiare di sei lupi ha iniziato la vita in libertà in un’area più rappresentativa delle condizioni medie, in termini di offerta alimentare soprattutto, del GSMNP (Cades Cove è in effetti caratterizzata da condizioni ottimali sotto questo profilo, del tutto particolari rispetto al restanteterritorio del Parco). Tutti i lupi rilasciati, che costituiscono il nucleo della seconda fase della reintroduzione nel GSMNP (dopo quella sperimentale iniziale), sono dotati di radiocollare e non ne è prevista la ricattura, eccezion fatta per le necessità di sostituire le batterie delle radiotrasmittenti dopo due o tre anni.
La star della saga di Twilight, la Bella e ombrosa Kristen Stewart, non ha a che fare con i lupi soltanto sul set dei film tratti dai fortunatissimi romanzi di Stephenie Meyer, ma anche nella vita.
L’attrice infatti possiede ben quattro lupi-cani, animali ibridi nati dall’incrocio di lupi e pastori tedeschi il cui possesso è perfettamente legale.
Il più anziano dei quattro si chiama Jack e, parlando di lui, la Stewart ha dichiarato: “Lo so che fa paura soltanto a vedersi ma è dolcissimo, buono e affettuoso. Lui è il capo branco, dopo di me, naturalmente.
Cucino per loro e ci gioco tantissimo quando sono a casa. Sono meravigliosi, conservano l’istinto degli animali selvaggi e la devozione di quelli domestici”.
Sia il cane che il lupo sono predatori e, sotto un certo aspetto, a livello ecologico, possono essere considerati uno sostitutivo dell’ altro.Anche a livello tassonomico le due forme devono essere considerate appartenenti alla stessa specie (Canis lupus), essendo fra essi interfecondi e; soprattutto, dando origine ad una prole a sua volta fertile.Sarebbe quindi pienamente rispettata una delle condizioni che la scienza pone per poter attribuire due esseri viventi alla stessa specie.Il problema della convivenza delle due forme, lupo e cane, nasce ed esplode in tutta la sua importanza nel momento in cui si va a considerare l’ impatto che le due forme hanno nei confronti dell’ ambiente. Già in precedenza, in questo stesso lavoro, si è accennato alla questione.
Vi sono infatti delle fondamentali differenze sia a livello comportamentale che a livello di impatto sull’ ambiente che portano a dover fare una netta distinzione fra cani e lupi e a dover giungere ad una serie di conclusioni a tutto sfavore della presenza incontrollata del cane in natura.Per rendere comprensibili le conclusioni ovvie a cui si giungerà in questo lavoro, ma che comunque traspaiono nettamente sin dalle prime righe, occorre premettere una serie di considerazioni, forse altrettanto ovvie, ma che per lo più sfuggono durante 1’analisi del problema.In primo luogo, il lupo, dopo millenni di selezione naturale, si è perfettamente adattato all’ ambiente, sviluppando una serie di tecniche di predazione altamente specializzate e “costruite” sulle prede tradizionalmente presenti sul territorio.Questo adattamento manca nel cane, la cui presenza sul territorio è da imputarsi a sconsideratezza umana. Il cane, infatti, si presenta con centinaia di forme estremamente diversificate, ognuna con una sua caratteristica peculiare, con una sua specializzazione non già frutto di selezione naturale e quindi di adattamento all’ ambiente, ma bensì frutto di selezioni artificiali operate dall’uomo in relazione a sue ben specifiche necessità.In molti casi, quindi il cane si trova in un ambiente a lui estraneo o comunque ostile, soprattutto per quanto riguarda i primi tempi.
Se l’ animale non soccombe, sopravviene una specie di adattamento, il più delle volte consistente nella frequentazione degli immondezzai che forniscono una buona fonte di alimentazione. Per lo più in prossimità di questi, i cani vanno a partorire, aumentando considerevolmente di numero.Anche in questo caso, la riproduzione, si evidenziano grosse differenze nei confronti del lupo. In quest’ultimo, infatti, la riproduzione è affidata a due esemplari dominanti, maschio e femmina, una sola volta l’ anno. Il resto del branco non si riproduce.Nel cane invece, tutti i maschi si accoppiano con tutte le femmine due volte l’ anno.E evidente quindi come il potenziale riproduttivo del cane sia enormemente maggiore di quello del lupo.Tale fatto porta già di per sé ad una conseguenza negativa consistente essenzialmente in una maggiore potenzialità infestante, a livello sanitario, del cane per ben due aspetti. Questo infatti, frequentando elettivamente discariche, sta a contatto con materiali anche infetti, oltre che con animali (principalmente ratti e topi) che in situazioni tipiche quali quelle esistenti nelle discariche divengono portatori di numerose malattie. II cane può contrarre queste malattie e trasmetterle anche a distanza notevole.
A questo si aggiunge il suo notevole potenziale riproduttivo.Nel lupo, i riproduttori sono i due individui dominanti, due individui, cioè, che sono al momento i più forti del branco. Generalmente questo fatto si traduce nella produzione di prole altrettanto forte. Nel cane, il fatto che si riproducano tutti gli individui, ivi compresi quelli portatori di tare, fa sì che anche la prole possa portare tali tare, producendo individui che a lungo andare daranno origine a popolazioni non sane, facili ad essere preda di infestazioni e potenzialmente capaci di trasmetterle. Il tutto va considerato, inoltre, alla luce di una densità di popolazione che nel cane è estremamente maggiore rispetto al lupo con conseguenti maggiori scambi di contatti, oltre che di individui. Qui infatti entra in gioco l’ esistenza di un più o meno marcato stimolo alla coesione, stimolo che, si e visto, nel cane e minimo rispetto al lupo.In una siffatta situazione è facile che si verifichi che individui di cane, passando da un branco all’altro, divengano efficacissimi veicoli di trasmissione di infestazioni.L’ altro problema dovuto alla presenza di un numero elevato di cani vaganti in un ambiente popolato anche dal lupo, prende le mosse dalla situazione anomala delle risorse alimentari disponibili sul territorio.Nella zona in esame queste, se si fa astrazione dalle discariche, sono scarse, essendo numericamente esigue le popolazioni delle possibili prede. In tale contesto la competizione alimentare diviene estremamente pesante, a tutto danno del lupo, numericamente più esiguo. Ciò costringe il nostro predatore ad un maggiore erratismo e, come ultima risorsa per la sopravvivenza ad avvicinarsi sempre più spesso agli allevamenti. Da ciò, prendono origine i consistenti danni al bestiame causati dal lupo.
Il ricorso alla discarica come fonte alimentare alternativa porterebbe anche per il lupo alla esposizione a possibili infestazioni, oltre che ad un progressivo eccessivo avvicinamento dell’ animale ai centri abitati.In una situazione “ambientalmente sana”, cani e lupi di solito non interferiscono in modo pesante fra di loro, se non a livello di competizione per il territorio o per le citate risorse alimentari.In situazioni anomale, come quelle che attualmente si presentano su quasi tutto il territorio italiano e, particolarmente nell’ area del Subappennino Dauno, ove il lupo è estremamente rarefatto ed i branchi sono ridotti a pochi individui e dove sempre più frequentemente ci si trova di fronte a lupi solitari, le interazioni, soprattutto a livello riproduttivo, divengono più pesanti con conseguenze nefaste, a lungo andare, per la stessa sopravvivenza del lupo. Si assiste cioè alla produzione di meticci, risultato dell’ accoppiamento fra cani e lupi, con una prima gravissima conseguenza a livello ereditario, costituita essenzialmente dall”‘inquinamento” del patrimonio genetico del lupo.Nella zona in esame, in effetti, la maggior parte dei “lupi” recuperati morti, presentava, a livello fenotipico, caratteri morfologici alterati rispetto a quelli tradizionalmente presenti in popolazioni lupine piu pure: aumento della taglia, alterazione del colore del mantello, scomparsa o diminuzione di caratteri cromatici tipicamente lupini (barre nere sulle zampe anteriori, alterazione della mascherina cromatica facciale, ecc.), alterazioni morfologiche a carico della forma, dimensione e posizione delle orecchie, a carico della coda (risulta sovente alterato il rapporto lunghezza totale dell’ animale/lunghezza della coda), ecc.
Questi dati rilevati a livello fenotipico sono indice di sicure modificazioni genotipiche, quindi di inquinamento del patrimonio genetico. Tali caratteri “canini”, in caso di ulteriore riaccoppiamento del meticcio con altri cani, verranno trasmessi alla prole e, soprattutto in caso di continuo accoppiamento della prole con altri cani, verranno successivamente rafforzati man mano che procederanno le generazioni sino a far scomparire il genotipo lupo e a dar vita infine a popolazioni esclusivamente canine, sia pure con una componente genetica di tipo lupino. In quel momento si sarà perso definitivamente il predatore selvatico.Ciò, anche se, come evidenziato in precedenza, molto probabilmente in assenza di cani vaganti avremmo già perso il lupo per “esaurimento genetico”.Il problema risulta quindi particolarmente complesso per l’aspetto conservazionistico, come appresso maggiormente evidenziato.Un altro problema legato alla protezione del lupo, e imputabile ancora alla presenza di un elevato numero di cani vaganti, è costituito dalle reazioni di difesa degli operatori agricoli, zootecnici e forestali impegnati quasi quotidianamente sul nostro territorio.Più volte, infatti, sono stati registrati attacchi a persone da parte di cani, attacchi per lo più imputati al lupo. Più volte, infatti, si è sparsa la voce di lupi uccisi per legittima difesa e che, ad una analisi delle carcasse, sono risultati essere cani.Il problema della sicurezza delle persone è un aspetto da non sottovalutare. La cultura tradizionale vuole il cane buono, amico dell’ uomo, mentre il ruolo di cattivo è attribuito costantemente al lupo.
Si genera così una sorta di psicosi che porta come conseguenza a girare per le campagne e per i boschi armati e a sparare al minimo sospetto di aggressione od anche al solo avvistamento di un “qualche cosa che potrebbe essere un lupo. Sono stati eliminati, in questo modo, diversi cani, ma ugualmente sono caduti sotto il fuoco dei fucili anche alcuni lupi. L’ uomo in definitiva è portato a sparare prima ancora che l’ animale mostri un qualsiasi atteggiamento di aggressività, con la scusa che prima o poi, “tanto, attacca”. Questi fatti, testimoniati da piu di una persona, costituiscono un reale pericolo per la sopravvivenza del lupo, costantemente scambiato con il cane (e viceversa con cani costantemente scambiati per lupi). A livello conservazionistico i risultati della ricerca dovranno servire a permettere alla Regione Puglia di prevedere interventi di risarcimento dei danni al bestiame domestico (attualmente la Regione riconosce il risarcimento anche per il lupo, ma a tutt’ oggi non risulta effettuato alcun rimborso), ma nello stesso tempo aprono nuovi interrogativi ai quali sarà doveroso rispondere con ulteriori fasi di indagine. Uno di questi, legato strettamente al problema conservazionistico, è costituito dalla possibilità di ulteriore incrocio con i cani che, si evince dai risultati dello studio condotto, sono piuttosto numerosi in zona.Facendo astrazione dal discorso se sono cani rinselvatichiti, randagi o padronali, il fatto importante resta che questi animali sono liberi di vagare per il territorio, di accoppiarsi, partorire indisturbati ed invadere sempre di più l’ areale del lupo.D’ altro canto il numero estremamente esiguo di questi ultimi ci induce a pensare che esista una forte tendenza all’ incrocio con i cani, a causa della scomparsa, proprio per effetto dell’ esiguità numerica, dell’ effetto branco che porterebbe piuttosto ad una competizione che ad una coabitazione con possibilità di accoppiamento. L’ affermazione fatta circa la presenza di una ventina di esemplari di lupo nel territorio in esame, alla luce di quanto detto, potrebbe opportunamente essere corretta, fino a nuove e più conclusive indagini con l’ affermazione che si tratta di esemplari di lupo o di meticci fra cane e lupo, propendendo per quest’ ultima conclusione flno a prova contraria.
Come già in precedenza accennato, infatti, il progressivo “inquinamento” del patrimonio genetico del lupo con elementi “canini” potrebbe portare, nel giro di pochi anni, alla sostituzione del predatore selvatico puro con una popolazione di meticci che tenderebbero sempre più ad evolversi verso una forma canina con la conseguenza di ritrovarci un territorio popolato da un buon numero di cani selvatici a tutti gli effetti, con conseguenze non facilmente prevedibili. L’unico effetto sicuramente individuabile, infatti, sarebbe quello già accennato, della perdita di un patrimonio faunistico unico al mondo e di una conseguente ulteriore squalificazione del comprensorio.A questi problemi di tutela genetica si sovrappongono inoltre quelli di conservazione delle popolazioni attualmente esistenti sul territorio.La presenza del lupo ha infatti innescato una serie di reazioni da parte degli operatori zootecnici, e non solo di questi, consistenti in definitiva in una attività serrata di caccia al predatore, forse per un risveglio di ataviche paure o, talvolta; di semplici bravate consistenti nel far vedere a qualche amico che si è ancora capaci di uccidere lupi.Si sono persi, in questo modo, da alcuni anni a questa parte, un buon numero di esemplari, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della specie, a livello immediato.Il rinvenimento dei citati esemplari di lupo nel territorio pugliese, messo a confronto con la mentalità corrente, ha posto quindi un primo immediato problema pratico riguardante la loro effettiva tutela.L’Amministrazione regionale infatti, finora non ha mai pagato i danni attribuiti al lupo, verosimilmente per la mancanza di “dati certi” sulla sua presenza sul territorio.L’ attribuzione dei danni ai cani vaganti ha quindi provocato una serie di reazioni di autodifesa degli operatori zootecnici, reazioni generalmente consistenti nell’ abbattimento, quando possibile, dei cani randagi, aiutati in ciò da numerosi cacciatori che non fanno mistero del fatto di essere coinvolti in questo genere di “bonifica”.
Questo atteggiamento di autodifesa, virtualmente indotto dall’ atteggiamento di noncuranza dell’Amministrazione, mette quindi in serio pericolo l’effettiva sopravvivenza del lupo in quanto ben poche persone, per quanto esperte, e per quanto intenzionalmente vogliano impattare sul cane, possono avere la sicurezza, soprattutto di notte, di riconoscere un cane dal predatore selvatico.D’ altra parte, l’ atteggiamento delle Amministrazioni sollecita il risveglio e la sopravvivenza ancora, in zona, dell’ idea che le attività umane e la conservazione del patrimonio naturale non possano assolutamente andare d’ accordo.È necessario quindi un deciso e tempestivo intervento dell’Amministrazione regionale a livello legislativo, con l’ adozione di una normativa che permetta il risarcimento dei danni da fauna protetta e nel contempo prevveda l’ elaborazione urgente di un piano, basato su seri presupposti scientifici ed affidato a personale competente, per il risanamento del territorio dal randagismo canino, soprattutto tenendo ben presente che gli interventi degli “accalappiacani” non possono essere assolutamente considerati una soluzione al problema anche perché la loro azione si svolge prevalentemente in ambiente urbano, trascurando quasi del tutto i nuclei di cani che gravitano nelle campagne e nei boschi e che, come abbiamo visto, costituiscono il grosso del fenomeno dei cani vaganti.Esiste inoltre un ulteriore problema costituito dalla legislazione attuale che impedisce l’eliminazione dei cani vaganti e obbliga le Amministrazioni al loro mantenimento in strutture comprensoriali che rappresenterebbero, allorché fossero realizzate, un impegno di spesa notevolissimo sia in strutture, sia in persone (custodi, inservienti, veterinari) sia, da ultimo nello stretto mantenimento delle popolazioni ospiti.
A dir la verità, comunque, negli ultimissimi anni, per merito di una azione capillare svolta da più persone sensibili, si è notato un leggero cambiamento di atteggiamento almeno da parte degli operatori agricoli e zootecnici più illuminati che non parlano più dei lupo come una calamità naturale ma, spesso, ne accettano la presenza, aumentando si le precauzioni a protezione del bestiame, ma non riuscendo a nascondere del tutto una punta di orgoglio per il fatto che nel loro territorio esista ancora questo comunque leggendario predatore.Le ricerche di cui qui si accennano i primi risultati non devono e non possono comunque essere considerate definitive. Sono necessari interventi di finanziamento di ulteriori fasi da attuare quanto prima e tese ad accertare con maggiore precisione le zone di presenza del lupo, eventuali ulteriori incrementi dei tre piccoli nuclei e soprattutto la dinamica degli spostamenti dei branchi.Occorre, inoltre, a questo punto, studiare le dinamiche delle popolazioni oltre che un effettivo piano di salvaguardia della specie che, al di là di ogni interpretazione, rimane comunque un elemento estremamente qualificante per il territorio.Questo piano di conservazione, naturalmente non può passare attraverso la sola tutela dell’ animale con il divieto di uccisione, ma deve forzatamente comprendere una ben più vasta gamma di interventi, con miglioramento della situazione ambientale, controllo dell’ azione dell’uomo sul territorio, miglioramento delle presenze faunistiche con adeguati e studiati interventi di ricostituzione delle eventuali prede del lupo, ecc. Non è infatti possibile proteggere la singola entità, facendo astrazione dal contesto che permette alla stessa entità di sopravvivere.Così, alla luce delle ricerche sulle dinamiche di spostamento degli esemplari, ad esempio, dovranno essere adottati particolari accorgimenti nella effettuazione del periodico taglio degli alberi per la ceduazione, soprattutto quando tale attività va ad impattare nelle zone ove si svolge l’attività riproduttiva del predatore, magari tutelando quel sito e non permettendovi l’accesso all’uomo. Sono in effetti piccoli interventi concordabili con gli esperti del settore, interventi che non costano assolutamente nulla e che, al contrario, servono a qualificare ancora di più il territorio.
Accalia | lupa (latino) |
Adalwolf | lupo nobili (tedesco) |
Adalwolfa | nobile lupa (tedesco) |
Adoff | variante di Adolph; lupo nobili (tedesco) |
Adolfo | lupo nobili (latino) |
Adolph | lupo nobili (tedesco e polacco, Maschio) |
Adolpha | nobile lupa (tedesco) |
Adolphus | lupo nobile (tedesco / latino) |
AdoQhina | forma femminile di Adolph. Noble lupo. (Teutonico) |
Akela | personaggio di fantasia nelle storie di Mowgli |
Amaguk | lupo (Inupiat / Nunamiut) |
Amarog | Wolf (Groenlandia-Inuit) |
Amoux | lupo aquila (francese) |
Amwolf | lupo aquila (tedesco) |
Ardolf | home lupo amorevole (inglese, maschio) |
Arnou | lupo aquila (Francese, Maschio) |
Ardwolf | home lupo amorevole (inglese, maschio) |
Audolf | lupo amico (norreno) |
Ayame | una femmina di lupo; demone Princess |
Bardalph | ax lupo (antico inglese) |
Bardolf | ax lupo (antico inglese) |
Bardolfo | lupo famoso, ax-lupo, feroce |
Bardou | luminoso lupo-lupo weilding AX (in inglese) |
Barwolf | ax lupo |
La leggenda di Beowulf | lupo intelligente (anglosassone) |
Bhangi | lupo (tibetano) |
Bighana | lupo (India Centrale) |
Biryuk | lupo (Molokan) |
Bjomolf | orso lupo (norreno) |
Blaez | lupo (Old Breton) |
Bledig | come un lupo (M – gallese) |
Bleddyn | lupo (gallese) |
Bleidd | lupo (gallese) |
Bodolf | lupo leader (norreno) |
Boris | lupo, corto (russo, bulgaro, sloveno, tedesco – Maschio) |
Botewolf | araldo lupo (inglese) |
Botolf | messaggero lupo lupo araldo (antico inglese) |
Botwolf | araldo lupo (antico inglese) |
Bozkurtlar | grigio lupo (Turco) |
Cailean | giovane lupo |
Caleb | cane (ebraico, Maschio) |
Cana | Wolf Cub (Celtic) |
Canagan | Wolf Cub (Celtic) |
Chann | giovane lupo (inglese) |
Channing | giovane lupo; ufficiale della Chiesa (francese antico) |
Channon | giovane lupo (inglese) |
Chanteloup | canto del lupo (francese) |
Chinua | lupo (Mongolia) |
Colin | in Cucciolo (Celtic) |
Conall | forte come un lupo (Mitologia irlandese) |
Conan | cane, lupo, alta (inglese, irlandese, gaelico) |
Connery | lupo agricoltore (Celtic) |
Connor | lupo amante (irlandese) |
Conri / y | re dei lupi / cani (Celtic) |
Convel | lupo guerriero (Celtic) |
Conwenna | lupo, cane da caccia (Cornovaglia) |
Cuan | Lupo o cane poco poco (irlandese) |
Dib | lupo (arabo) |
Dolph | lupo (teutonico) |
Dolphus | lupo nobili (tedesco) |
Edon | lupo (francese maschio) |
Ethelwulf | lupo nobili (antico inglese) |
Eyolf | lupo fortunato (norvegese) |
Faoiltiama | lupo signora (irlandese) |
Faolan | lupetto (irlandese, gaelico) |
Farkas | lupo (ungherese) |
Felan | piccolo lupo (Celtic) |
Fenris | lupo mitico mostro (norreno) |
Filtiarn | il signore dei lupi (Celtic) |
Freki | Nome mito del lupo di Odino (norreno) |
Fridolf | lupo pacifica (antico inglese) |
Friduwulf | lupo pacifica (antico inglese) |
Geirolf | lupo lancia (norreno) |
Gmork | uno malvagio personaggio immaginario |
Gonzalo | lupo (spagnolo) |
Gorg | lupo (persiano) |
Guadalupe | lupo valle (femmina-arabo) |
Gunnolf | lotta lupo (norreno) |
Haquihana | lupo (Arapho) |
Hazar-Sual | lupi casa (biblico) |
Hemene | lupo (Nez Perce, Maschio) |
Hó’nehe | lupo (Cheyenne) |
Honi | lupo (Arapaho) |
Honiahaka | lupetto (Cheyenne) |
Hrolf | lupo (norreno) |
Hrolleif | vecchio lupo (norvegese) |
Ingolf | il lupo Ing (norreno) |
Ivaylo | lupo (bulgaro, Maschio) |
Jei | un personaggio del fumetto Usagi Yojimbo |
Kadzait | errante lupi |
Kiyiya | Howling Wolf (Yakima) |
Kuckunniwi | lupetto (Cheyenne) |
Kurt | lupo (Turco) |
Kweeuu | lupo (Hopi) |
Landga | lupo (Marathi) |
Larenzia | il shewolf allattato Romolo e Remo (latino) |
Leidolf | lupo discendente (norreno) |
Leloo | lupo (Chinook) |
Liekos | lupo (greco) |
Llop | lupo (Catalogna) |
Lobo | lupo (portoghese) |
Loup | lupo (francese) |
Louvel | lupetto (francese) |
Lowe | lupetto (francese) |
Lowell | Wolf Cub; lupetto (francese antico) |
Lupe | lupo (femmina-spagnolo) |
Luperca | Shewolf che allattò Romolo e Remo (latino) |
Lupin | lupo (Anime) |
Lupo | lupo (italiano) |
Lupu | lupo (maltese) |
Lupus | lupo (latino) |
Lyall | lupo, cognome (norreno) |
Licaonia | lupa (biblico) |
Lykaios | lupo, di un lupo, lupo-simile (greco – Unisex) |
Maccon | figlio di un lupo (Celtic) |
Maicoh | lupo (Navaho) |
Maengun | lupo (Ojibwe) |
Maheegan | lupo (nativi americani) |
Mahigan | lupo (Algonquin / Cree) |
Maiyun | lupo (Cheyenne) |
Makoce | terra (Lakota – femmina) |
Marrok | cavaliere pensa di essere un lupo mannaro (leggenda di re Artù) |
Maugrim | un lupo potente in un libro |
Mgelika | lupo maschio (georgiana) |
Mingan | grigio lupo (nativi americani) |
Minsi | chiamato per il Clan del Lupo Lenape (Lenape) |
Mohegan | lupo (American Indian – Lenape) |
Nashoba | lupo (Choctaw maschio) |
Nuntis | il Lupo Sun-(latino) |
Ocumwhowurst | lupo giallo (Cheyenne) |
Odolf | lupo prospero (tedesco antico) |
Odwolfe | lupo ricchi (in inglese) |
Okhmhaka | lupetto (Cheyenne) |
Olcan | lupo (Celtic) |
Onai | lupo (Tamil) |
Ookami | lupo (giapponese) |
Oonai | il lupo (da Il libro della giungla) |
Otsanda | lupa (Baschi) |
Otsoa | lupo |
Phelan | come un lupo (irlandese, gaelico – Maschio) |
Radolf | lupo rosso (in inglese) |
Rafe | come il lupo cavaliere scudo pensato per essere un lupo mannaro |
Raff | lupo rosso (in inglese) |
Raksha | carattere anche su storie di Mowgli Kipling Rudyard |
Ralf | lupo rosso |
Ralph | lupo avvocato, un consulente senza paura (antico inglese) |
Rand | scudo lupo (anglosassone) |
Randall | scudo lupo (antico inglese) |
Randale | Wolf’s Shield (inglese) |
Randi | scudo lupo lupo casa; protettore (inglese) |
Randolph | uno scudo lupo (tedesco antico) |
Randon | Casa di lupo, il lupo con uno scudo |
Ranulfo | Wolf’s Shield; emblema dipinta su uno scudo di guerra (teutonico) |
Raoul | lupo Consiglio; lupo rosso (in inglese) |
Raul | lupo consiglio (spagnolo) |
Rendall | lupo scudo (Maschio – in inglese) |
Reule | lupo famoso (francese) |
Rezso | lupo famoso (teutonico) |
Rodolfo | lupo famoso (spagnolo) |
Rolf | lupo rosso (teutonico) |
Rollin | lupo famoso (teutonico) |
Rollo | lupo famoso (teutonico) |
Roukan | lupo consiglio (giapponese) |
Rudi | famoso lupo (tedesco) abbreviazione di Rudolph |
Rudolph | lupo famoso (tedesco antico) |
Ruelle | lupo famoso (Francese, Maschio) |
Regola | lupo famoso (Francese, Maschio) |
Sandalio | lupo vero (spagnolo, Maschio) |
Seff | un lupo (ebraico) |
Segolia | lupo (Chipewyan) |
Shumani | per Shumanitutanka, che significa lupo a breve |
Shunkaha | lupo (Lakota) |
Singarti | lupo (Inuktitut) |
Sirhaan | lupo (musulmana) |
Skoll | un lupo che inseguito il sole (mitologia norrena) |
Susi | lupo (finlandese / estone) |
Tala | lupo rosso, stalking lupo (nativi americani – Sioux) |
Tamaska | un lupo potente |
Tasha | lupo (Caddo) |
Tate | stalking lupo (nativi americani – Femmina) |
Tchono | lupo (Mongolia) |
Teekon | lupo (Athabascan) |
Tikaani | lupo (Ahtna Athabascan) |
Timmeu | lupo (Old Lenape) |
Toralu | lupo (Telegu) |
Tunstall | lupo di Thor (teutonico maschio) |
Due Calzini | il lupo in “Balla coi lupi” |
Ty-Ohni | lupo (nativi americani) |
Udolf | Wolf-ricchezza (antico inglese) |
Udolph | vento (Lakota – Maschio) |
Ujku | lupo (albanese) |
Ulf | -lupo, coraggioso (svedese) |
Ulf | lupo (tedesco antico) |
Ulfang | lupo zanna |
Ulfred | lupo di pace (l’inglese antico, Maschio) |
Ulger | lupo lancia (antico inglese, Maschio) |
Ullok | lupo sport (antico inglese, Maschio) |
Ulmar | lupo famoso (antico inglese, Maschio) |
Ulmer | fama del lupo (norreno, Maschio) |
ULRA | famoso lupo |
Ulric | potere del lupo (inglese, tedesco antico) |
Ulrich | lupo femmina (inglese) |
Ulrika | lupo righello (in inglese) |
Ulrike | lupo righello |
Ulvelaik | lupo sport (in inglese) |
Ursula | lupo sport |
Uwais | piccolo lupo (musulmana) |
Varg | lupo (norreno) |
Vargynja | lupacchiotto |
Velvel | lupo (yiddish, Maschio) |
Vilkas | lupo (lituano) |
Vilks | lupo (lettone) |
Vuk | lupo (croato) |
Vukasin | lupo (serbo, maschio) |
Waya | lupo (Cherokee) |
Weylyn | il figlio del lupo (Celtic, Maschio) |
Wolfgang | figlio del lupo; sentiero del lupo (tedesco / teutonico, Maschio) |
Wolfram | lupo corvo (teutonico) |
Wolfrik | lupo righello (tedesco, maschio) |
Woolsey | lupo vittorioso (inglese, maschio) |
Wselfwulf | lupo di macellazione |
Wulffrith | lupo di pace |
Wulfgar | -lupo lancia (inglese / anglosassone, Maschio) |
Wulfsige | lupo vittorioso |
Ylva | lupa (Scandinavian, femmina) |
Yowlumne | gente del lupo (Yokut) |
Zayev | lupo (ebraico) |
Zeeb | lupo (biblico) |
Zeus | lupo Dio |
Z’ev | lupo (in ebraico – Maschio) |