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Category Archives: Foto Art

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Buona Pasqua

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Auguriamo a Tutti una Felice e Serena Pasqua

I segni della sua presenza


Orme
E’ possibile avvistare le sue grandi orme sui terreni fangosi o sulla neve. Sono simili a quelle dei cani selvatici, ma sono riconoscibili dalle dimensioni di strette (circa 6 cm), e più lunghe (9-10 cm); si notano inoltre i segni di unghie appuntite e regolari.

Escrementi
Il lupo demarca il suo territorio con gli escrementi che sono generalmente deposti su grandi massi o all’incrocio dei sentieri.

Prede
In natura è possibile trovare i resti delle sue prede azzannate alla gola e uccise per soffocamento.

Ciuffi di peli
Il ritrovamento di piccoli ciuffi di pelo del mantello del lupo, il cui colore varia a seconda della stagione,sono un altro segnale del suo passaggio.

Nascono 4-6 cuccioli per parto

Il lupo raggiunge la maturità sessuale intorno ai due anni d’età. L’accoppiamento avviene da dicembre a marzo. La gestazione dura circa 57-63 giorni dopo i quali la femmina partorisce dai 4 a 6 cuccioli alla volta. Il parto avviene sempre in una tana opportunamente scavata nel terreno o ricavata nelle rocce. I piccoli aprono gli occhi do 11-12 giorni e fino ai 35-45 giorni di vita si nutrono del latte materno. In seguito l’alimentazione è integrata con la carne premasticata e semidigerita dei genitori, poi rigurgitata e somministrata ai piccoli. A 3-4 mesi di vita sono in grado di masticare la carne, ma è solo dopo i 6 mesi che impareranno dai genitori a cacciare le prede. A un anno sono completamente autonomi e la scelta di allontanarsi dal branco di origine è legata alla disponibilità alimentare o all’esigenza di trovare una femmina. Il lupo è un animale che caccia in branco di notte con grande astuzia. Si avvicina alla preda senza mostrarsi e quando questa fugge la rincorre velocemente anche per centinaia di metri. Il lupo uccide le sue prede, i corsa, afferrandole al collo o alla nuca.

Un animale che vive in branco

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Il lupo vive all’interno di un branco le cui dimensioni dipendono dalla disponibilità di prede e di spazio. In Italia, dove le grandi prede sono scomparse per la caccia, i branchi sono composti da nuclei famigliari che ogni anno si dividono per poi costituirsi l’anno successivo con l’arrivo dei cuccioli Nelle aree dove sono stati reintrodotti grossi ungulati selvatici (cerci e caprioli) è possibile osservare branchi di 6-7 individui adulti; solo nel Nord America, dove gli spazi son più ampi, vivono gruppi di 22-23 lupi. La struttura sociale del branco si basa su una precisa gerarchia in cui domina il maschio seguito dalla femmina dominante del gruppo e poi dai giovani lupi e dai piccoli. I componenti del branco cacciano, allevano i piccoli e difendono il territorio collaborando fra loro: ogni individuo ha un preciso ruolo che si manifesta in termini d’iniziativa (caccia, difesa del territorio) e di privilegio (nel riprodursi e nel mangiare).

Le istituzioni che lo difendono

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Il lupo è protetto in Europa dalla Convenzione di Berna (che si occupa dal 1979 della conservazione delle piante e degli animali selvatici europei). Vi sono tuttavia paesi europei (Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Spagna e Turchia), che pur avendo sottoscritto la Convenzione di Berna, non lo proteggono. A livello mondiale il lupo è protetto dal Cites (Convenzione stipulata nel 1973 a Washington che si occupa del commercio internazionale delle specie in via di estinzione) come animale potenzialmente minacciato di estinzione e viene quindi incluso nell’Allegato 2. Per i paesi come il Pakistan, India e Nepal il lupo compare nell’Allegato 1 della Cites, tra le specie particolarmente a rischio. E’ proprio in questi paesi che vive il lupo indiano (canis lupus pallipes) oggi in grave pericolo.

Il progetto banca genetica del lupo.

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E’ un progetto intrapreso dal Corpo Forestale dello Stato Italiano con l’intento di allevare in cattività esemplari di lupo di accertata provenienza italiana. L’integrità genetica del lupo è purtroppo oggi minacciata.

Il progetto “GRANDI CARNIVORI”

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E’ il progetto internazionale più importante per la conservazione dei grandi carnivori in tutta Europa, finanziato dal WWF internazionale in collaborazione con la Comunità europea. Il progetto è articolato da una serie di azioni di studio e di conservazione dei grandi carnivori (lupo, orso e lince) sull’arco alpino. L’obiettivo è quello di favorire un insediamento stabile delle popolazioni su tutto l’arco alpino, attraverso campagne di sensibilizzazione nelle aree di potenziale presenza dei carnivori e all’uso di strumenti informatici per il monitoraggio degli animali. Il progetto comprende anche azioni per limitare i danni al bestiame, come l’addestramento e la distribuzione agli allevatori di cani da pastore.

I progetti per il suo ripopolamento e per la sua salvaguardia

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Operazione San Francesco (Progetto Lupo). Nel 1970 il WWF, in collaborazione con il Parco Nazionale d’Abruzzo, ovviò la prima ricerca scientifica sullo studio della biologia del lupo. L’obiettivo del progetto era definire la consistenza e la distribuzione del lupo in Italia. L’operazione fu affiancata da una campagna di sensibilizzazione ed educazione delle popolazioni locali; venne inoltre creata un area faunistica, a Civitella Alfedena, dedicata al lupo. Il lavoro del WWF proseguì nel 1975 con il monitoraggio delle popolazioni di lupo nel Parco della Maiella, dove furono catturati e marcati con radiocollari alcuni esemplari. Nel 1976 fu ottenuta la protezione legale del lupo, a cui seguì un decreto ministeriale per divieto delle esche avvelenate. Grazie a quest’operazione e a una serie di circostanze favorevoli, fra cui la diminuzione della presenza dell’uomo in montagna e l’aumento degli Ungulati selvatici, sue prede naturali, il lupo è potuto tornare a vivere nei suoi antichi spazi.

In Europa

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Le popolazioni di lupi sopravvissuti nell’Europa meridionale (Italia, Spagna e Balcani) rappresentano i centri di diffusione per la ricolonizzazione di almeno una parte del territorio europeo centrale e meridionale da cui il lupo è scomparso da lungo tempo. In Francia, ad esempio, il lupo era estinto da anni, ma alcuni branchi stanno ritornando dopo aver passato le Alpi e i Pirenei. L’espansione della popolazione balcanica, la più numerosa di tutta l’Europa, ha ormai raggiunto il confine italiano: i lupi si sono mossi dalle regioni orientali verso ovest, e questo lascia prevedere una rapida colonizzazione anche delle Alpi orientali. I lupi più piccoli e schivi diffusi nel nord Europa sono quelli che vivono in Italia e in Spagna.

In America

Un tempo, il lupo occupava l’intero continente nord-americano dalla costa orientale a quella occidentale, ad eccezione della zona sud-est. Questi territori erano popolati da centinaia di migliaia di esemplari, divisi in varie sottospecie. La caccia spietata condotta dall’uomo dietro incentivi e ricompense da parte degli Stati Americani ha ridotto notevolmente il numero dei lupi: i pochi rimasti sono stati confinati nei parchi e nelle riserve. Negli anni ’60, nel Canada del sud, rimanevano solo una ventina di esemplari. Negli anni 95-96 sono iniziate le prime reintroduzioni di lupi canadesi (31 esemplari) nel Parco americano di Yellowstone: attualmente qui vivono 90 lupi. Altri progetti a favore del lupo sono stati condotti nella zona dell’Idaho (70 esemplari) e ne Montana (75 esemplari) grazie a un progetto federale di reintroduzione dei lupi nel loro territorio di origine. Dal 1974, in America il lupo è protetto dall’Endangered Species Act, la legge per la tutela della specie in via di estinzione.

Dove è possibile incontrarlo

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In Italia è presente una sottospecie del lupo (“canis lupus italicus o Lupo appenninico). Fino a pochi anni fa nel nostro paese si contavano poco più di 100 esemplari sparsi nelle regioni centrali (Abruzzo, Lazio, Molise e Toscana) e meridionali (Basilicata e Calabria); solo negli ultimi anni, grazie alle leggi in sua difesa, alle campagne per la sua salvaguardia e al ripopolamento degli Ungulati selvatici, si è verificato un consistente incremento della popolazione di lupi nostrani (400-500 esemplari) con la conseguente espansione del loro territorio. Il lupo, infatti, risalendo dak centro Italia lungo il crinale appenninico, è a poco a poco arrivato all’Appennino ligure e da qui sulle Alpi occidentali, al confine con la Francia. Alcuni individui sono stati avvistati nel Parco delle alpi Marittime, in Piemonte, e un lupo è stato recentemente segnalato anche sul confine tra Italia e Svizzera, un luogo dove mancava da decenni.

La sua sopravvivenza è comunque in pericolo

Fino a un secolo fa il lupo era uno tra i mammiferi più diffusi in Italia e nel resto del mondo (Asia, America del Nord ed Europa), ma nel tempo l’incremento delle attività umane, nell’area della sua distribuzione, ha portato a un rapido e inesorabile declino. Ecco i fattori negativi che hanno maggiormente inciso sulla sua diminuzione. La mancanza di prede naturali. In molte aree montane l’uomo ha distrutto gran parte del suo habitat naturale, fatto che ha ridotto il numero di prede selvatiche di cui il lupo si nutre. (in Europa, ad esempio, cervi e caprioli). La persecuzione dell’uomo. Per sopravvivere, il lupo si è trovato talvolta costretto a cacciare gli animali domestici e, in alcuni casi, a nutrirsi di rifiuti reperiti dalle discariche vicino ai paesi. La predazione di animali da allevamento ha inasprito i suoi rapporti con l’uomo, che ha iniziato a cacciarlo con ogni mezzo, dal fucile, alle tagliole, fino all’uso del veleno. La sua persecuzione ha portato al declino della specie i molte delle zone dove un tempo viveva in gruppi numerosi. L’aumento dei cani rinselvatichiti. Il lupo è minacciato anche dalla presenza di cani rinselvatichiti (perché abbandonati dall’uomo), portatori di malattie e parassiti. Spesso infatti sono proprio questi cani, scambiati per lupi, a compiere stragi negli allevamenti.

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