Fino a un secolo fa il lupo era uno tra i mammiferi più diffusi in Italia e nel resto del mondo (Asia, America del Nord ed Europa), ma nel tempo l’incremento delle attività umane, nell’area della sua distribuzione, ha portato a un rapido e inesorabile declino. Ecco i fattori negativi che hanno maggiormente inciso sulla sua diminuzione. La mancanza di prede naturali. In molte aree montane l’uomo ha distrutto gran parte del suo habitat naturale, fatto che ha ridotto il numero di prede selvatiche di cui il lupo si nutre. (in Europa, ad esempio, cervi e caprioli). La persecuzione dell’uomo. Per sopravvivere, il lupo si è trovato talvolta costretto a cacciare gli animali domestici e, in alcuni casi, a nutrirsi di rifiuti reperiti dalle discariche vicino ai paesi. La predazione di animali da allevamento ha inasprito i suoi rapporti con l’uomo, che ha iniziato a cacciarlo con ogni mezzo, dal fucile, alle tagliole, fino all’uso del veleno. La sua persecuzione ha portato al declino della specie i molte delle zone dove un tempo viveva in gruppi numerosi. L’aumento dei cani rinselvatichiti. Il lupo è minacciato anche dalla presenza di cani rinselvatichiti (perché abbandonati dall’uomo), portatori di malattie e parassiti. Spesso infatti sono proprio questi cani, scambiati per lupi, a compiere stragi negli allevamenti.